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Capitolo 1: Il primo giorno

  Capitolo 1: Il primo giorno

  La sveglia suona implacabile, annunciando l’inizio di un nuovo giorno. Akihiro si girò nel letto con un sospiro, fissando il soffitto della sua nuova stanza. Ancora non si era abituato all’idea di essersi trasferito in una città diversa, lontano dalla sua vecchia vita, era il suo primo giorno in una scuola completamente nuova, un posto dove nessuno lo conosceva. La sua mente correva, ripensando a quanto gli era stato difficile lasciare casa. Ma ora non c’era più tempo per pensarci. Doveva solo concentrarsi sul nuovo inizio.

  Si alzò con fatica e si diresse in bagno per prepararsi. Guardandosi allo specchio si passò una mano tra i capelli spettinati. *Ce la posso fare...* sussurrò tra sé, cercando di autoconvincersi. Si affrettò a prepararsi, indossò l’uniforme della nuova scuola con la stessa rapidità con cui stava cercando di mettere insieme i pezzi di sé in quel nuovo ambiente. Una volta pronto andò in cucina, fece una colazione veloce e salutò la sua famiglia, in particolare hana, la sorellina, che sembrava molto più eccitata di lui all’idea di iniziare la scuola. Uscì di casa di corsa, avviandosi verso la scuola.

  Akihiro non riusciva a non sentire l’ansia crescere nel suo petto mentre correva verso la scuola, il cuore batteva forte, le mani sudavano, ma mentre sfreccia lungo la strada, un movimento improvviso catturò la sua attenzione. Un gatto grigio, con il pelo che brillava alla luce del mattino, attraversava la strada davanti a lui.

  Senza pensarci due volte, Akihiro si fermò, andò verso il gatto e lo accarezzò brevemente con la mano. Il contatto morbido e caldo, lo calmò per un istante, tanto che per un attimo si dimentica che stava andando a scuola. Quando vide l’orario sobbalzò e chiese scusa al gatto dicendo che doveva andare. Con un ultimo sguardo al gatto che spariva dietro l’angolo riprese a correre, sentendo il battito del cuore accelerare.

  Ad un tratto,proprio mentre stava svoltando un angolo, un ragazzo e una ragazza sbucarono d’avanti a lui. Akihiro non riuscì a frenare in tempo e, senza accorgersene, si schiantò contro di loro, perdendo l’equilibrio e cadendo a terra.

  SBAM!

  - “Ehi guarda dove vai,idiota!” disse un ragazzo con tono aggressivo.

  Akihiro si rialzò in fretta e vide che il ragazzo che stava per dargli un pugno, ma la ragazza accanto a lui gli bloccò il braccio.

  - “Lascialo stare, non è successo nulla”

  - “... Tsk, come vuoi.”

  Akihiro si alzò con la testa bassa.

  - “Mi dispiace, scusate”

  Senza aspettare risposta, riprese a correre. Dopo qualche minuto, arrivò finalmente davanti alla scuola. Il cancello d’ingresso era affiancato da due pilastri di pietra, sopra i quali era inciso il nome della scuola. L’edificio principale era alto tre piani, con ampie finestre che riflettevano la luce del mattino. Le pareti erano dipinte di un bianco pulito,

  Attorno alla struttura si estendeva un vasto giardino, con alberi di ciliegio che iniziavano a fiorire, piccoli vialetti di ghiaia che conducevano a diverse aree del cortile e panchine disposte lungo il percorso. Un’ampia fontana si trovava al centro del giardino, dove alcuni studenti si fermavano a chiacchierare.

  Akihiro osservò i gruppi di studenti che camminavano verso l’ingresso. Alcuni ridevano tra loro, altri erano immersi nei loro telefoni e alcuni leggevano libri seduti sulle panchine. Il suono delle loro voci si mescolava con il fruscio del vento tra le foglie e il cinguettio degli uccelli.

  Si prese un momento per respirare profondamente. Era il suo primo giorno, il primo passo verso una nuova vita. -*Va tutto bene... c’è la posso fare.* Stringendo le spalline dello zaino, si diresse verso l’ingresso della scuola.

  Appena entrato Akihiro si trovò davanti avvisi su club scolastici e annunci per eventi futuri,ma c’era un problema, perché non aveva la minima idea di dove fosse la sua classe. Vide un gruppo di ragazze che parlava, allora Akihiro cercò di avvicinarsi per chiederlo a loro, ma non ci riuscì. Quindi si nascose dietro gli armadietti per cercare di sentire di cosa stessero parlando. Sentì che dovevano andare nella sua stessa classe e così quando si incamminarono le seguì.

  Si nascose dietro ogni cosa, fino a quando le ragazze non raggiungono una classe e si salutarono, Akihiro che in quel momento era nascosto dietro un muro notò che quella era la sua classe, quindi con un sospiro di sollievo pensò che finalmente l’aveva raggiunta, ma proprio mentre stava per farsi avanti, una voce risuonò alle sue spalle.

  - “Ehi, ma tu che stai facendo lì nascosto?”

  Akihiro sobbalzò così forte che quasi perse l’equilibrio. Si voltò di scatto e si trovò di fronte un ragazzo con un espressione divertita, che lo guardava con aria curiosa. Aveva capelli scuri e leggermente spettinati, occhi vivaci e un sorriso che tradiva la voglia di prenderlo in giro.

  - “C-che? N-iente! Io non stavo facendo nulla!” balbettò Akihiro, sentendo le mani che sudavano dalla paura.

  Il ragazzo inclinò la testa con un’espressione perplessa, poi si accigliò e incrociò le braccia.

  -”Hmm... Stavi per caso stalkerando quelle ragazze?”

  Akihiro impallidì -”EHH?! NO,NO! NON E’ COME PENSI!” si agitò, alzando le mani in segno di difesa.

  -”Davvero? Allora perché ti nascondevi dietro al muro e le spiavi?”

  -”Io... io stavo solo cercando la mia classe! Non le stavo spiando, lo giuro!”

  Il ragazzo lo fissò per qualche secondo con uno sguardo scrutatore. Poi, all’improvviso scoppiò a ridere.

  -”Ahahaha! Scherzavo! Sei troppo facile da prendere in giro!”

  Akihiro si immobilizzò, confuso. Ci mise un attimo a capire che il ragazzo si stava solo divertendo alle sue spalle

  -”... Davvero? Ma sei serio?!”

  -”Ovviamente! Non ti preoccupare, non dirò niente a nessuno.”

  Akihiro sospirò profondamente, cercando di riprendersi dallo spavento.

  -”Dannazione, mi hai fatto venire un infarto...”

  -”Ehi, comunque siamo nella stessa classe. Anche io sono della 1-B”

  Akihiro lo guardò sorpreso. -”Davvero?”

  -”Sì, mi chiamo Souta, piacere di conoscerti!” disse il ragazzo, allungando la mano con un sorriso sincero.

  Akihiro esitò per un attimo, poi ricambiò il gesto stringendogli la mano.

  -”Io sono Akihiro... Anche se il nostro primo incontro è stato traumatico per me, spero che andremo d’accordo.”

  -”Ahahah, lo spero anch’io!” rispose Souta ridendo.

  E così, tra una presa in giro e un po’ di ansia, Akihiro fece il suo primo amico nella nuova scuola.

  Arrivato davanti alla porta della sua classe, Akihiro si bloccò. Il cuore gli batteva forte, sentiva una leggera tensione salire. Nonostante l’incontro con Souta gli avesse dato un minimo di conforto, l’idea di entrare in una stanza piena di sconosciuti lo metteva comunque a disagio.

  Souta notò la sua esitazione e gli diede una leggera pacca sulla spalla.

  -”Ehi, tutto bene? Sei rimasto paralizzato davanti alla porta.”

  Akihiro scosse la testa e fece un respiro profondo. “Sì, sì tutto a posto. Entro subito”

  con un ultimo sospiro di rassegnazione fece un passo avanti ed entrò. La classe era già abbastanza piena. Alcuni studenti era seduti ai loro banchi, altri chiacchieravano in piccoli gruppi. Le finestre lasciavano entrare la luce del mattino, illuminando i muri bianchi e la lavagna ancora pulita. L’aria era carica di voci, risate e qualche sbadiglio di chi non era ancora del tutto sveglio.

  Mentre Akihiro avanzava lentamente, sentì alcuni sguardi posarsi su di lui. Qualcuno lo osserva con curiosità, altri con indifferenza. Era normale, dopotutto era un volto nuovo.

  -“Quindi sei nuovo, eh?” disse Souta, camminando accanto a lui, -“Non ti ho mai visto da queste parti prima d’ora.”

  Akihiro annuì. “Si, mi sono trasferito qui da poco. Non conosco ancora bene la città.”

  -“Capisco! Bhe, se ti serve una guida, io sono disponibile. Anche se, a dire il vero dipende da dove vuoi andare... sono più esperto dei posti dove si mangia bene piuttosto che dei luoghi culturali,” disse ridendo.

  Akihiro sorrise. -“Ahahah, capisco, ti terrò in considerazione se avrò fame.”

  Mentre parlavano, Akihiro si guardò in torno, cercando un posto libero. Notò che vicino alla finestra c’era un banco vuoto. Si avvicinò e si sedette, appoggiando lo zaino accanto a sé.

  Souta si sedette poco più in là e si voltò verso di lui. -“Sei fortunato, sai? Quel posto è vicino alla finestra, quindi puoi guardare fuori quando la lezione è noiosa.”

  “Ah, sì? Mi sembra un buon affare allora.” rispose Akihiro, più rilassato rispetto a prima. Proprio in quel momento, una ragazza con capelli lunghi e biondo miele, con un’ aria energica entrò nella classe chiacchierando con alcune amiche. Akihiro non potè fare a meno di notarla: Il suo tono di voce allegro e il modo spensierato con cui si muoveva sembravano catturare l’attenzione di chiunque.

  Souta notò il suo sguardo e ridacchiò. -“TI interessa già qualcuno?”

  Akihiro si girò di scatto. -“Eh? N-no! Stavo solo osservando la classe!”

  Souta rise. -“Ahahah, certo, certo. Comunque lei si chiama Akari. E’ molto popolare, fa amicizia con tutti. Difficile non notarla.”

  The author's narrative has been misappropriated; report any instances of this story on Amazon.

  Akihiro annuì, distogliendo lo sguardo mentre la campanella suonava , segnando l’inizio delle lezioni.

  La lezione era appena iniziata. Il professore, uomo sulla cinquantina con occhiali sottili e un’espressione severa, scriveva alcune nozioni sulla lavagna con un gessetto bianco. La sua voce monotona riempiva la classe, mentre gli studenti prendevano appunti o fissavano la lavagna con sguardi più o meno interessati.

  Akihiro, invece, non ce la faceva più. L’ansia della mattina, la corsa per arrivare a scuola e il fatto che fosse il primo giorno lo aveva sfinito. Dopo pochi minuti di lezione, i suoi occhi iniziarono a farsi pesanti, la testa si inclinò leggermente e, senza accorgersene, si addormentò.

  Souta, seduto poco più in là, lanciò un’occhiata al suo nuovo amico e trattenne una risata. -“Bhe, questo è un inizio interessante...” pensò tra se

  Dopo qualche minuto, il professore interruppe la spiegazione e si voltò verso la classe. -“Bene, visto che oggi abbiamo un nuovo studente, sarebbe giusto dargli il benvenuto. Akihiro, puoi alzarti e presentarti?”

  Silenzio.

  Tutti gli studenti si girarono verso Akihiro, che dormiva beatamente con il viso poggiato sulla mano. Un paio di risatine si diffusero tra i banchi. Souta lo osserva con divertimento, mentre il professore inarcò un sopracciglio.

  -“Akihiro?” chiamò di nuovo il docente, con un tono più fermo.

  Ancora nessuna risposta.

  A quel punto, il professore si avvicinò al banco di Akihiro e gli diede una leggera pacca sulla spalla. -“Akihiro, vuoi per caso continuare a dormire per tutta la lezione?”

  Akihiro sobbalzò di colpo, sollevando la testa di scatto con gli occhi spalancati.

  -“Eh?! Cosa?! Scusa!” Esclamò, con il cuore che batteva all’impazzata.

  Risate soffocate si alzarono dalla classe. Alcuni studenti si coprirono la bocca per non ridere troppo forte, mentre altri lo guardavano con espressioni divertite. Il professore lo fissò con uno sguardo severo. -“Visto che sembra che tu abbia abbastanza energie per dormire in classe, ti invito a venire in sala professori dopo la lezione. Abbiamo qualcosa di cui parlare.”

  Akihiro impallidì. -“Si professore...” rispose con voce bassa, sentendo lo sguardo di tutti addosso.

  Mentre cercava di riprendersi dall’imbarazzo, si voltò leggermente e i suoi occhi si posarono su una ragazza seduta dietro di lui. Aveva capelli non troppo lunghi, di colore viola, occhiali sottili e un’espressione tranquilla mentre scriveva sul suo quaderno. Era completamente diversa dalle altre ragazze: composta, elegante e immersa nel suo mondo.

  Akihiro la fissò per qualche secondo, il cuore che, per qualche strana ragione, accelerò. C’era qualcosa in lei che lo colpiva, qualcosa che non sapeva spiegare. Souta che aveva notato il suo sguardo, si avvicinò leggermente e sussurrò con un sorriso malizioso: -“Oh? è già la seconda ragazza di cui ti sei innamorato?”.

  Akihiro arrossì leggermente e si girò di scatto. -“N-non è vero!” Ma dentro di sé, non poteva negare che quella ragazza gli avesse lasciato una strana sensazione nel petto.

  Quando la campanella suonò, annunciando la fine delle lezioni, Akihiro sospirò di sollievo. Nonostante l’imbarazzo per essersi addormentato, la giornata era finita abbastanza velocemente. Mentre raccoglieva le sue cose, sentì un colpetto sulla spalla.

  -“Ehi, dormiglione.” Souta si piegò leggermente in avanti con un sorriso furbo

  -“Sei sopravvissuto alla prima giornata... più o meno.”

  Akihiro si passò una mano tra i capelli, imbarazzato. “Non me lo ricordare... Non è colpa mia se il prof aveva una voce ipnotica.”

  Souta scoppiò a ridere. -“Ahahaah! Lo ammetto, ha un talento naturale per far addormentare gli studenti! Ma tu sei stato il primo a crollare il primo giorno… Sei già una leggenda!”

  Akihiro lo guardò sconvolto. -“Che?! Non dirmi che lo dirai a tutti!”

  -“Chi lo sa?” rispose Souta con un ghigno, dandogli una pacca sulla spalla.

  In quel momento, alcuni compagni di classe si avvicinarono.

  -“Ehi, Akihiro, giusto?” chiese un ragazzo con i capelli castani e un’aria amichevole.

  -“Si?” rispose Akihiro, un po’ sorpreso.

  -“Ci stavamo chiedendo come mai ti sei trasferito qui. è raro vedere nuovi studenti in questo periodo dell’anno.”

  Akihiro esitò un attimo. Non era ancora abituato a parlare del trasferimento, ma non voleva nemmeno sembrare scortese.

  -“Oh, beh... diciamo che la mia famiglia ha dovuto trasferirsi per lavoro, quindi eccomi qui. è un po’ strano essere il nuovo arrivato, ma sembra un bel posto.”

  I compagni annuirono.

  -“Capito! Beh, se hai bisogno di qualcosa, chiedi pure!”

  -“Grazie, lo apprezzo.” rispose Akihiro con un sorriso sincero. Dopo qualche altra chiacchiera, il gruppo iniziò a sciogliersi e gli studenti uscirono dall’aula. Souta si stiracchiò e sbadigliò.

  -“Ok, io vado! Ci vediamo domani, Akihiro. Cerca di non addormentarti di nuovo, eh?”

  Akihiro sbuffò. -“Farò del mio meglio...”

  Mentre Akihiro e Souta si dirigevano verso l’uscita dell’aula, una figura familiare si fermò davanti a loro. Era la ragazza che Akihiro aveva notato poco prima, quella che lo aveva fatto sussultare il cuore. Con i suoi capelli viola e gli occhi intelligenti dietro gli occhiali, la ragazza li guardava con un espressione gentile.

  -“Tu devi essere Akihiro, giusto?” disse con voce calma e sicura.

  Akihiro sentì il cervello andare in tilt.

  -“A-Ah.. S-si! Sono io!” balbettò, sentendo il viso surriscaldarsi.

  La ragazza annuì, mantenendo un’aria composta.

  -“Piacere di conoscerti. Io sono Aoi. Il professore mi ha chiesto di farti da guida per la scuola. Se ti va, potresti venire un po’ prima domani mattina, così ti mostro tutto con calma:”

  Akihiro la fissò per un attimo, cercando disperatamente di formulare una risposta che non lo facesse sembrare un totale imbranato. -“S-Sì! Certo! Va benissimo! Grazie!”

  Accanto a lui, Souta osserva la scena con un sorrisetto divertito, chiaramente trattenendo le risate.

  Aoi lo guardò con un sorriso -“Perfetto, allora ci vediamo domani mattina.” Poi si voltò e si allontanò con passo tranquillo. Appena Aoi fu fuori dalla loro vista, Souta esplose in una risata soffocata. -“Ma cos’era quella reazione? Sembravi un robot in corto circuito!”

  Akihiro si coprì il viso con le mani, disperato. -“Non lo so! è stato un disastro! Sembravo un idiota, vero? Souta gli diede una pacca sulla spalla cercando di trattenere le risate. -“Beh, almeno non sei svenuto. Comunque Aoi è una delle ragazze più studiose della scuola, quindi stai attento a non fare figuracce anche domani!”

  -“Grazie per l’incoraggiamento...” borbottò Akihiro, sospirando profondamente. -“Come se non fossi già abbastanza agitato.”

  Souta rise di nuovo, poi gli fece un cenno con la mano. -“Dai, ci vediamo domani. Cerca di sopravvivere alla sala professori!”

  Dopo il saluto con Souta, Akihiro rimase immobile per qualche secondo, fissando il vuoto. Il suo cuore batteva ancora forte nel petto, e la sua mente era un vortice di pensieri.

  -“Mi ha parlato... mi ha chiesto di andare prima a scuola con lei… e io cosa ho fatto? Sono andato nel panico come un idiota!”

  Si passò una mano tra i capelli, cercando di riprendere fiato. Non riusciva a capire perché avesse reagito in quel modo. Forse era per il suo sguardo così intenso e serio, o per il tono di voce pacato ma deciso. Oppure... forse perché la trovava incredibilmente bella.

  -“No, no Akihiro, non è il momento di pensare a queste cose! Concentrati! Ti deve solo mostrare la scuola, niente di più!”

  Akihiro annuì debolmente e si avviò verso la sala professori. La sala professori lo attendeva, e con essa, probabilmente, una ramanzina per essersi addormentato in classe. Mentre si dirigeva verso la sala professori, il nervosismo tornò a farsi sentire. Odiava l’idea di essere rimproverato al primo giorno di scuola.

  -“Dannazione... E se mi mette già in cattiva luce con gli altri professori? E se pensa che sono un irresponsabile?”

  Camminava a passo lento, quasi sperando che il tragitto si allungasse da solo. Il corridoio era tranquillo, con pochi studenti che parlavano tra loro mentre si avviavano verso le loro attività pomeridiane. Si fermò davanti alla porta della sala professori e prese un respiro profondo.

  -“Va bene... non è la fine del mondo. Basta chiedere scusa e promettere che non succederà più. Facile,no?” Strinse i pugni per darsi coraggio, poi bussò e spinse lentamente la porta.

  Akihiro entrò nella sala professori con un misto di nervosismo e rassegnazione. Il professore era seduto vicino alla sua scrivania, intento a sistemare alcuni documenti. Non appena lo vide, gli fece cenno di avvicinarsi.

  -”Bene, Akihiro, siediti pure.”

  Akihiro si sedette sulla sedia di fronte alla scrivania, cercando di mantenere la calma.

  -”Dunque... cosa è successo oggi? Non mi sembra normale addormentarsi il primo giorno di scuola.” Il professore lo osserva con uno sguardo attento, ma non sembra particolarmente arrabbiato. Akihiro si sentì ancora più imbarazzato.

  -”Ehm... mi sono trasferito da poco, e stamattina mi sono svegliato molto presto per prepararmi. Credo di aver esagerato un po’ e, beh... il sonno ha avuto la meglio.”

  Il professore sospirò, incrociando le braccia. -”Capisco. è importante adattarsi a una nuova scuola, ma cerca di gestire meglio il tuo riposo. Non voglio vederti addormentato in classe di nuovo, chiaro?”

  -”Si, mi scusi... non succederà più.”

  Il professore annuì, poi cambiò argomento. -”A proposito, hai già dato un’occhiata ai club della scuola?” Akihiro scosse al testa. -”Non ancora. Oggi ero troppo concentrato a capire dove fosse la mia classe...”

  Il professore sorrise leggermente -”Immaginavo. Domani Aoi ti mostrerà i vari club e ti spiegherà il funzionamento delle attività scolastiche. è una studentessa molto diligente, quindi sei in buone mani.” Akihiro annuì, sentendo il cuore battere leggermente più forte al nome di Aoi. -”Capito. Grazie mille, professore.”

  -”Bene. Se hai bisogno di qualcosa, non esitare a chiedere.”

  Akihiro si alzò dalla sedia e si inchinò leggermente in segno di rispetto. -”Grazie ancora, allora vado” Si girò verso la porta, ma mentre lo faceva, notò con la coda dell’occhio una figura nell’ombra, vicino alla porta. Sembrava che qualcuno stesse spiando la conversazione. Si bloccò per un attimo. -”Chi...?” Ma appena si voltò per guardare meglio, la figura si mosse rapidamente e sparì nel corridoio. Akhiro rimase perplesso per qualche secondo, poi scosse la testa ed uscì dalla sala professori.

  Uscito dalla sala professori Akihiro si fermò un istante nel corridoio ormai quasi deserto. Si guardò in torno, scrutando ogni angolo. Voleva capire chi potesse averlo spiato poco prima, ma tutto ciò che vide furono studenti che chiacchieravano tranquillamente mentre lasciavano la scuola. Forse mi sono immaginato tutto pensò, scuotendo leggermente la testa.

  Con un sospiro si avviò verso l’uscita, cercando di scrollarsi di dosso quella strana sensazione. Mentre camminava, le parole del professore gli tornarono in mente.

  -”Hai già pensato a un club a cui iscriverti?”

  Akihiro abbassò lo sguardo e strinse le spalline dello zaino. Non ci aveva mai riflettuto seriamente. -“Basket? Calcio? O qualcosa di più tranquillo? Ma io neanche so cosa mi piace fare davvero...” Si disse con un sospiro, scalciando un sassolino lungo il marciapiede.

  Perso nei suoi pensieri, si accorse di essere già davanti al cancello di casa. Tirò fuori le chiavi e aprì la porta, ma non fece nemmeno in tempo a togliersi le scarpe che una figura minuta gli si lanciò contro.

  -”Fratelloneeee!” La voce squillante di Hana riempì l’ingresso mentre lo abbracciava stretto.

  -”Come è andato il tuo primo giorno di scuola? Hai fatto amicizia? C’è qualche ragazza carina?” Akihiro rise piano accarezzandole la testa.

  -”è stato... un disastro.” Hana si staccò leggermente da lui e lo guardò con un broncio.

  -”Eh?! Cosa è successo? Raccontami tutto!”

  -”Non è niente di che. Mi sono addormentato in classe, mi hanno sgridato, ho fatto una figuraccia davanti a tutti... Davvero, nulla di cui vantarsi.”

  Hana gonfiò le guance, indignata. -”Uff, che fratellone tontolone! Ma vedrai che domani andrà meglio! E poi, se qualcuno ti dà fastidio, ci penso io!”

  Akihiro rise di nuovo, sentendo il cuore alleggerirsi. Era sempre stata così: piccola, vivace e incredibilmente protettiva. -”Grazie, Hana... Sei sempre così positiva, però posso cavarmela da solo, okay?”

  -”Mh... Se lo dici tu!” rispose lei, senza sembrare troppo convinta. Akihiro si sciolse delicatamente dall’abbraccio e si avviò verso la sua stanza.

  -”Vado a riposare un po’. Non preoccuparti, va tutto bene.”

  Dentro di sé, i pensieri erano ancora un groviglio. Si gettò sul letto fissando il soffitto, ripercorrendo ogni momento della giornata: Souta che lo prendeva in giro, Aoi che gli aveva sorriso, l’incontro inaspettato con Akari.

  -*Domani devo incontrare Aoi... Mi farà vedere la scuola. Devo cercare di non fare altre figuracce...* pensò, sentendo il cuore battere più forte solo all’idea.

  Dall’altra parte della porta, Hana bussava piano.

  -”Fratellone... Non startene lì tutto triste da solo. Se vuoi parlarne, io ci sono, ok?” disse con voce dolce. Akihiro sorrise tra sé, sua sorella riusciva sempre a percepire quando qualcosa lo turbava. Si alzò dal letto con fatica e aprì la porta, trovando la sorellina che lo guardava con occhi pieni di preoccupazione. Le diede una leggera pacca sulla testa e le sorrise.

  -”Non preoccuparti, Hana. Grazie per essere sempre qui per me.”

  -”Ma certo, sciocco!” Rispose lei con un sorriso luminoso.

  Infine Akihiro fece un piccolo cenno con la mano. -”Ora va’ a dormire anche tu, okay?”

  Hana annuì, finalmente soddisfatta, e corse verso la sua stanza. Dopo aver salutato Hana e averle augurato la buonanotte, Akihiro tornò in camera sua. Si infilò sotto le coperte, con la testa ancora piena di pensieri.

  -”Domani sarà un altro giorno... Vedremo come andrà.”

  Con un ultimo sospiro, chiuse gli occhi e si lasciò andare al sonno, pronto (o forse no) ad affrontare ciò che l’attendeva.

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