Capitolo 14: L'inizio del progetto
La settimana tanto attesa era finalmente arrivata. Akihiro e Aoi camminavano fianco a fianco nel corridoio della scuola, diretti verso l’armadietto che avrebbe contenuto la loro prima sfida. Nessuno dei due parlava, i loro passi erano appena udibili, il battito del cuore troppo forte nelle orecchie.
Davanti all’armadietto, Akihiro esitò per un attimo, poi fece un piccolo gesto verso Aoi.
-"Prendilo tu."
Aoi annuì silenziosamente, il viso leggermente arrossato, e con mani appena tremanti aprì l’armadietto. Un semplice foglio bianco le aspettava dentro. Lo prese e, con Akihiro che si sporgeva per leggerlo, lo aprì lentamente.
"Conosci il tuo partner."
Per un lungo momento, entrambi fissarono le parole senza dire nulla. Poi, quasi in contemporanea, si voltarono l’uno verso l’altra, con il rossore che si diffondeva rapidamente sui loro volti.
Usciti dalla scuola, camminavano fianco a fianco, ancora senza rivolgersi la parola. L’imbarazzo era talmente tangibile che sembrava una barriera invisibile tra loro. Aoi strinse le mani attorno al foglio, il cuore che le martellava nel petto. Poi, cercando di darsi coraggio, si schiarì la gola e parlò.
-"V-Vuoi andare al parco? Sarebbe più facile parlare lì..."
Akihiro si bloccò per un secondo. Il primo pensiero che gli balzò alla mente fu che sarebbe stato solo con Aoi. Poi si riprese, scuotendo leggermente la testa come per scacciare via quel pensiero, e annuì.
-"Sì... va bene."
Seduti su una panchina del parco, la tensione era ancora presente. Akihiro teneva lo sguardo fisso davanti a sé, mentre Aoi si tormentava le dita sul grembo. Il vento leggero faceva ondeggiare le foglie degli alberi, e il sole filtrava tra i rami, gettando piccole macchie di luce sull’erba.
Fu Akihiro a parlare per primo, anche se con una voce incerta. -"Uhm... tu hai fratelli o sorelle?"
Aoi sollevò appena lo sguardo, sorpresa dalla domanda, poi annuì. -"Ho un fratello più grande."
-"Capisco..."
Il silenzio calò di nuovo. Era strano. Nonostante fossero già amici, ora che dovevano conoscersi meglio, tutto sembrava molto più difficile.
Aoi cercò di rompere la barriera di imbarazzo con una domanda a sua volta. -"E tu? Come ti trovavi nella città da cui sei venuto?"
La domanda lo colpì più di quanto avesse previsto. Il suo sorriso si spense, lo sguardo si abbassò. -"Meglio non ricordare..."
Aoi si morse il labbro inferiore. -"Mi dispiace, non volevo."
-"No, non è colpa tua. è solo..."
Si interruppe, e per un istante il suo respiro sembrò spezzarsi. Poi, con un’inaspettata determinazione, parlò.
-"Prima di trasferirmi qui, ero una persona felice. Avevo amici, scherzavo, mi divertivo. Ma poi... alle medie tutto è cambiato."
Il suo sguardo si fece più spento, perso nei ricordi.
-"Ero il bersaglio perfetto. Mi prendevano in giro per tutto, mi lanciavano cose addosso, ridevano dietro di me. Ho iniziato a pensare che chiunque ridesse lo facesse per prendermi in giro. Ho smesso di studiare, di impegnarmi. Non ne valeva più la pena."
Aoi lo ascoltava in silenzio, i suoi occhi si addolcirono. Non aveva mai visto Akihiro in quello stato.
-"Ma poi, quando ho saputo che mi sarei trasferito... ho trovato una piccola speranza. Ho stretto i denti, ho studiato, ho resistito fino alla fine, solo per potermene andare."
Il vento soffiò leggero tra i rami, mentre Aoi sentiva il petto stringersi.
Aoi dopo quelle parole scoppiò in lacrime. Non riuscì a trattenersi, le emozioni le travolsero come un'onda improvvisa, troppo intensa per essere arginata. Senza pensarci, senza esitare, si lanciò su Akihiro, stringendolo forte in un abbraccio disperato.
Akihiro rimase immobile per un istante, colto alla sprovvista. Poteva sentire il calore del corpo di Aoi, il tremore leggero delle sue spalle, il respiro spezzato dai singhiozzi. Le sue mani si strinsero sulla sua schiena, quasi a volersi aggrappare a lui.
Il cuore di Akihiro batté forte, ma non per imbarazzo. Era qualcosa di diverso. Una sensazione calda, avvolgente, quasi familiare. Per un istante, chiuse gli occhi, lasciandosi trasportare da quella dolcezza inaspettata. Quell'abbraccio gli ricordava qualcosa che aveva quasi dimenticato: il calore di sua madre, l’ultima volta che lo aveva consolato quando era piccolo.
Una stretta allo stomaco lo fece sussultare. Sentire Aoi piangere così, sapere che soffriva per lui, lo colpì profondamente. Senza accorgersene, gli occhi gli si riempirono di lacrime.
-"Idiota... " sussurrò Aoi tra i singhiozzi, stringendolo ancora di più. -"Hai sofferto così tanto... eppure sorridi sempre..."
Akihiro deglutì, cercando di trattenere la voce tremante. -"Non... non volevo far preoccupare nessuno."
Aoi sollevò leggermente il viso dal suo petto, gli occhi lucidi e gonfi di emozione. -"Ma ora... ora puoi lasciarti andare."
Quelle parole lo colpirono nel profondo. Per la prima volta, qualcuno gli stava dicendo che non doveva essere forte per forza. Che poteva permettersi di essere fragile.
E così fece.
Le lacrime scesero silenziose, una dopo l’altra. Non pianse forte, non singhiozzò, ma lasciò semplicemente che tutto ciò che aveva trattenuto per anni si sciogliesse in quell’istante.
Aoi gli accarezzò la schiena, le sue dita leggere ma rassicuranti. Non lo lasciò andare, nemmeno per un secondo.
E per la prima volta, Akihiro si sentì davvero libero.
Aoi si distaccò leggermente dall’abbraccio, portando una mano al viso per asciugarsi le lacrime con il dorso delle dita. Il respiro era ancora spezzato dall’emozione, ma il suo sguardo era determinato quando incontrò quello di Akihiro.
-"Ora devi essere felice, Nakahara-kun..." disse con dolcezza. -"Hai noi, ci hai conosciuti... e non sei più solo."
Quelle parole lo colpirono più di quanto avrebbe mai immaginato. Gli arrivarono dritte al cuore, rompendo l’ultimo fragile muro che ancora cercava di mantenere in piedi. Senza pensare, senza nemmeno provare a trattenersi, Akihiro si lanciò di nuovo su di lei, stringendola forte.
Le sue braccia tremavano mentre la avvolgevano, il suo corpo si scuoteva per il pianto che finalmente, dopo anni, riusciva a liberarsi. Le lacrime cadevano calde sulle spalle di Aoi, che rimase immobile per un istante, sorpresa.
Poi sentì il calore di quel contatto, sentì il modo in cui lui si aggrappava a lei, come se fosse il suo unico appiglio. E il cuore iniziò a batterle all’impazzata. Il rossore le invase le guance, il respiro le si fece corto... ma non le importava.
Lo strinse ancora più forte, chiudendo gli occhi.
-"Sai, Akihiro..." sussurrò con un filo di voce, cercando di controllare l’emozione che le chiudeva la gola. -"Ti voglio bene."
Akihiro non rispose subito. Le lacrime erano troppo forti, lo offuscavano completamente. Ma dentro di sé, sentì qualcosa sciogliersi, qualcosa che gli diede un calore che non provava da tempo.
Dopo un po’, si distaccò piano, tirando su col naso mentre si asciugava gli occhi con la manica della giacca. Il respiro era ancora irregolare, ma gli uscì un sorriso, forse uno dei più sinceri che avesse mai fatto.
-"Grazie... grazie davvero, Aoi."
Lei gli restituì un sorriso luminoso, poi, cercando di alleggerire l’atmosfera, si passò una mano tra i capelli e ridacchiò. -"Beh, direi che ho scoperto qualcosa su di te."
Akihiro la guardò con aria confusa per un momento, poi rise. -"E io ho scoperto qualcosa su di te..." disse, dandole un’occhiata complice. -"Hai un fratello maggiore... e un cuore d’oro."
Aoi arrossì di nuovo, ma sorrise, abbassando appena lo sguardo.
Il tempo passò in un lampo. Dopo aver sfogato tutto quel dolore, dopo essersi aperti l’uno all’altra, ora ridevano, scherzavano, sentendosi più leggeri. Era un momento troppo bello per essere interrotto.
Ma poi, all’improvviso, una voce familiare ruppe l’armonia.
-"EHI, ASPETTAAAA!"
Akihiro e Aoi si voltarono di scatto, e davanti all’entrata del parco videro Yuna trascinare con entusiasmo il ragazzo con cui era stata accoppiata per il progetto. Lo teneva per mano, trascinandolo ovunque le andasse, con un’energia incontenibile.
Akihiro osservò la scena per un attimo, poi scoppiò a ridere. -"Beh... c’era da aspettarselo da Yuna!"
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Aoi lo guardò ridere e, senza nemmeno accorgersene, rise con lui.
Era ormai sera. Il tempo era volato senza che loro due se ne accorgessero, avvolgendoli in quella bolla di emozioni e confidenze. Il sole, ancora sospeso all’orizzonte, dipingeva il cielo con sfumature dorate e arancioni, tingendo l’aria di una calda malinconia.
Aoi controllò l’ora sul telefono e sgranò leggermente gli occhi.
-"Oh... sono già le sette!"
Akihiro si riscosse, come se fosse stato risucchiato fuori da un sogno. Anche lui non si era reso conto del tempo che passava, completamente immerso nella compagnia di Aoi.
-"Già..." mormorò, guardandola.
Un lieve silenzio si posò tra loro. Non era un silenzio imbarazzante, ma piuttosto uno carico di un significato che nessuno dei due riusciva a esprimere a parole.
Si erano avvicinati. Lo sentivano.
Il cuore batteva ancora forte, forse ancora più di prima. Il rossore sulle loro guance non accennava a svanire, ma questa volta non c’era quell’imbarazzo soffocante. Era un calore diverso, più dolce.
-"Allora... ci vediamo domani" disse Aoi, abbassando appena lo sguardo, quasi con riluttanza.
Akihiro annuì, con un sorriso accennato. -"Sì... a domani."
Eppure nessuno dei due si mosse subito. Continuarono a guardarsi, come se qualcosa li trattenesse ancora lì, come se nessuno dei due volesse davvero andarsene.
Alla fine, con un respiro profondo, Aoi si voltò lentamente e iniziò a camminare.
Akihiro la osservò mentre si allontanava, sentendo un vuoto inspiegabile nel petto. Poi, quasi d’istinto, alzò la mano in un piccolo gesto di saluto, anche se lei non poteva vederlo.
Quando finalmente si voltò per tornare a casa, si accorse che stava sorridendo.
Il giorno seguente, la luce del sole mattutino filtrava attraverso le finestre della scuola, gettando lunghe ombre sui corridoi. Akihiro e Aoi si ritrovarono di nuovo davanti all’armadietto assegnato alla loro coppia.
Questa volta, fu Akihiro ad aprirlo. Le sue mani indugiarono un istante sulla maniglia, quasi come se il foglio all'interno potesse contenere qualcosa di ancora più imbarazzante del giorno precedente.
Estrasse il biglietto e, insieme ad Aoi, lo lesse ad alta voce:
-"Scopri il sogno del tuo partner."
Un silenzio pesante calò tra loro. Si guardarono, gli occhi che si incrociavano per un solo istante prima che, istintivamente, entrambi si girassero di scatto dall'altra parte, cercando disperatamente di calmare il cuore che tamburellava nel petto.
Uscirono dalla scuola camminando fianco a fianco, un po' più vicini del solito. Il pensiero iniziò a farsi strada nella mente di Akihiro: qual era il sogno di Aoi?
Dopo qualche passo, decise di chiederglielo direttamente.
-"Aoi, qual è il tuo sogno?"
Lei lo guardò, il suo sguardo dolce ma velato da un pizzico di malizia.
-"Non posso dirtelo così facilmente" rispose, incrociando le braccia con un sorriso. -" Altrimenti la sfida non avrebbe senso, no?"
Akihiro sospirò, ma non poté fare a meno di sorridere anche lui. -"D’accordo, hai ragione..."
Mentre continuavano a camminare, Aoi si avvicinò leggermente e, con tono curioso, gli chiese:
-"E tu, Akihiro? Cosa ti piace? Magari questo mi aiuterà a capire il tuo sogno."
Akihiro si fermò per un istante, sorpreso dalla domanda. Poi riprese a camminare, mettendosi una mano sotto il mento.
-"A dire il vero... non lo so ancora."
Aoi lo osservò attentamente mentre lui rifletteva. Poi, all’improvviso, Akihiro si lasciò scappare una frase che lo sorprese perfino lui stesso:
-"Mi piacerebbe solo essere felice... con la ragazza che amo."
Un'ondata di calore avvolse Aoi, il cuore che si tuffava in un battito irregolare. Abbassò lo sguardo, cercando di calmarsi, ma l'immagine di lei stessa al fianco di Akihiro si fece spazio nei suoi pensieri.
Per distrarsi, decise di ribaltare la conversazione e rispondere finalmente alla sua domanda. -"A me piacerebbe insegnare all'asilo" disse con voce calma.
Akihiro la guardò incuriosito. -"Davvero?"
-"Sì..." fece una piccola pausa, poi sorrise. -"Ma non è il mio vero sogno. è solo un indizio."
-"Un indizio?" ripeté lui, portandosi una mano al mento in segno di riflessione.
Aoi annuì con un sorriso misterioso.
Mentre camminavano, i suoi occhi si illuminarono quando notò un piccolo bar dall’aria accogliente, con una terrazza all’ombra di alcuni alberi. Lo indicò con il dito.
-"Fermiamoci un attimo. Ti va di bere qualcosa?"
Akihiro annuì, accettando l’invito.
Si sedettero al tavolino vicino alla vetrata. Aoi sorrideva mentre giocherellava con il cucchiaino della sua bevanda, ma Akihiro non riusciva a distogliere il pensiero dal mistero del suo sogno.
Cosa poteva significare quel collegamento tra l’insegnare ai bambini e il suo vero desiderio?
Mentre sorseggiavano la bevanda, Akihiro non riusciva a staccare gli occhi da Aoi. Il suo sorriso era semplicemente irresistibile, luminoso come un raggio di sole che riusciva a scaldare anche i cuori più gelidi. Non riuscì a fare a meno di osservarla, affascinato dalla sua naturale bellezza. Ma, appena si accorse che Aoi stava guardando da un angolo dello sguardo, scosse la testa, cercando di nascondere il rossore che iniziava a salire sul suo viso.
-"Questa bevanda è davvero buona, eh?" disse, cercando di cambiare argomento, con una risata nervosa.
Aoi sorrise, divertita dalla sua imbarazzante espressione. -"Buona? No, è stupenda!" rispose, ridendo.
I due si scambiarono un sorriso, entrambi con il viso ancora leggermente arrossato, ma il momento era rilassato, piacevole, come se il mondo intorno a loro fosse svanito, lasciando solo quella bolla di intimità.
Una volta finito, si alzarono per proseguire a camminare insieme. Akihiro aveva ancora il pensiero fisso sul sogno di Aoi, ma non voleva fare domande troppo invadenti. D'un tratto, notò che ogni volta che Aoi vedeva un bambino, il suo sguardo si fermava su di lui, come se fosse ipnotizzata dalla loro purezza. Akihiro si chiese se potesse essere un indizio sul suo sogno, quindi pensò che forse quello della maestra d’asilo non fosse poi tanto lontano dalla realtà. Ma... qual era, davvero, il sogno di Aoi?
La ragazza, come se leggendo i suoi pensieri, lo guardò con uno sguardo che lasciava intendere qualcosa di inaspettato.
-"Ehi, Akihiro... ti va di venire a casa mia? I miei genitori non ci sono, potremmo continuare a parlare."
Akihiro rimase spiazzato. Non si aspettava una proposta del genere. Il cuore gli saltò nel petto, ma non poté fare a meno di sentire una curiosa eccitazione. Non rispose immediatamente, forse per paura di sembrare troppo impaziente, ma alla fine, dopo un breve momento di esitazione, annuì con un sorriso un po' nervoso.
-"Sì, certo. Andiamo."
Camminarono insieme, ma più si avvicinavano a casa di Aoi, più il cuore di Akihiro accelerava. Ogni passo lo faceva sentire più nervoso, ma anche più felice. Era un'esperienza nuova per lui, e la sua mente era un turbine di emozioni contrastanti.
Quando arrivarono davanti alla porta di casa di Aoi, lei la aprì senza dire una parola. Akihiro chiuse gli occhi per un istante, cercando di calmare i battiti del cuore che ormai sentiva fino alla gola. Sospirò, poi varcò la soglia dietro di lei.
Appena entrarono, un delicato profumo di fiori e dolci appena sfornati avvolse Akihiro, facendogli venire un brivido lungo la schiena. L'aria nella casa di Aoi era calda e accogliente, un rifugio tranquillo che sembrava riflettere perfettamente la sua personalità.
Akihiro si fermò un istante nell’ingresso, osservando l’ambiente intorno a lui. La casa era ben ordinata, con mobili semplici ma raffinati, decorata con fotografie e piccoli oggetti che raccontavano la vita di Aoi e della sua famiglia. Il soggiorno aveva un grande divano soffice e un tavolino su cui erano sparsi alcuni libri e quaderni, probabilmente quelli che usava per studiare.
Il battito del suo cuore era irregolare, e più cercava di calmarsi, più sembrava peggiorare. Era nella casa di Aoi. Da solo. Con lei.
Aoi si tolse le scarpe con naturalezza e si girò verso di lui, inclinando la testa con un sorriso dolce. -"Mettiti comodo, Akihiro! Ti va qualcosa da mangiare?"
Lui annuì nervosamente, cercando di non sembrare troppo rigido. -"S-sì... qualsiasi cosa va bene."
Aoi ridacchiò per il suo imbarazzo e si diresse verso la cucina, lasciandolo un momento solo. Akihiro si guardò attorno, ancora incredulo di essere lì. Poi, mentre il suo sguardo vagava per la stanza, si fermò su una mensola dove c’erano alcune foto incorniciate.
Si avvicinò con cautela e ne osservò una in particolare: raffigurava una Aoi più piccola, di forse otto o nove anni, che teneva per mano un bambino ancora più piccolo di lei. Entrambi ridevano, con i volti illuminati da una felicità genuina.
-"Lui è mio fratello, Kenta."
La voce di Aoi lo fece sussultare leggermente. Si voltò e la vide avvicinarsi con due bicchieri di tè freddo.
Lei gli porse i biscotti e si sedette accanto a lui sul divano, sorridendo dolcemente mentre osservava la foto.
-"Mi prende sempre in giro dicendo che ero una sorella troppo protettiva. Ma io volevo solo stargli vicino e assicurarmi che fosse sempre felice."
-"Sai, se mi dici così, mi ricordi molto la mia adorata sorellina"
Aoi sorrise. -"Davvero? Sono contenta!"
Akihiro la guardò, notando l’affetto e la nostalgia nella sua voce. Poi il suo sguardo tornò sulla foto. -"Ti piacciono molto i bambini, vero?" chiese con un tono più morbido.
Aoi annuì senza esitazione. -"Sì. Amo vederli sorridere, aiutarli a crescere... per questo mi piacerebbe lavorare con loro."
Akihiro pensò per un attimo alle sue parole. Se il suo sogno non era semplicemente insegnare all'asilo, allora cosa poteva essere?
Lui si voltò verso Aoi, incrociando per un istante i suoi occhi profondi e scintillanti. -"Allora... il tuo sogno ha a che fare con proteggere e prenderti cura dei bambini?"
Aoi lo fissò per un momento, sorpresa dalla sua intuizione. Poi sorrise, come se fosse finalmente arrivato vicino alla risposta giusta.
-"Sei sulla strada giusta, Nakahara-kun."
Lui rimase a fissarla, il cuore che gli martellava nel petto. Era incredibile quanto ogni momento passato con Aoi gli permettesse di conoscerla meglio, di capire cosa la rendesse felice.
Ed era ancora più incredibile quanto tutto ciò lo facesse sentire sempre più vicino a lei.
Aoi incrociò le braccia con un sorriso compiaciuto e guardò Akihiro con occhi scintillanti.
-"Sai, ho già scoperto il tuo sogno."
Akihiro si voltò verso di lei, sorpreso. -"Eh?! Ma come hai fatto?"
Aoi si mise una mano sulla guancia, ridacchiando.
-"è stato facile. Tutte le cose che hai detto, il modo in cui ti comporti… tutto mi ha dato la risposta."
Akihiro la fissò per un attimo, poi scosse la testa, incredulo.
-"Sei davvero incredibile, Aoi..."
Lei abbassò lo sguardo per un attimo, il rossore che si faceva strada sulle sue guance, poi decise di cambiare argomento.
-"Ma adesso tocca a te. Ti darò un altro suggerimento..." disse, giocando con le dita. -"Mi piacerebbe avere dei bambini."
Akihiro la osservò per un momento, poi senza pensarci troppo, esclamò: -"Allora vuoi diventare mamma!"
Aoi sgranò gli occhi per un istante, poi sorrise dolcemente, portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. -"Giusto... Il mio sogno è vivere una splendida vita con mio marito e i nostri figli, costruire una famiglia felice."
Akihiro la guardò in silenzio. Il suo cuore si strinse in petto. C’era qualcosa di incredibilmente puro in quelle parole, qualcosa che gli fece provare un leggero calore dentro.
Dopo un attimo di silenzio, si alzò di scatto, iniziando a stirarsi i muscoli come se avesse appena vinto una sfida epica. -"Ce l’ho fatta! Ho indovinato!"
Aoi rise per il suo comportamento, poi lo guardò con un’espressione più tenera. -"Adesso tocca a me... qual è il tuo sogno, Akihiro?"
Il ragazzo si fermò e la osservò. -"Beh... vorrei trovare un lavoro che mi permetta di guadagnare abbastanza, ma anche di passare tanto tempo con la mia famiglia."
Aoi lo fissò, poi sorrise con dolcezza, come se quella risposta fosse esattamente ciò che si aspettava. -"Lo sapevo."
Akihiro spalancò la bocca per la sorpresa. -"Eh?! Ancora?! Ma come ci sei arrivata?!"
Aoi ridacchiò. -"Passiamo tanto tempo insieme, Nakahara-kun. è normale che io abbia capito."
Akihiro la osservò per un lungo istante, poi si lasciò sfuggire un sospiro di ammirazione. -"Sei incredibile..."
Aoi abbassò lo sguardo, il rossore che le colorava leggermente il volto.
La giornata volse al termine senza che se ne accorgessero. Quei giorni... quei splendidi giorni... li facevano sembrare una coppia a tutti gli effetti.