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Capitolo 19: Non voglio più vederti soffrire

  Capitolo 19: Non voglio più vederti soffrire

  Il cielo era terso quella mattina, e un leggero vento primaverile accarezzava i capelli di Akihiro mentre camminava al fianco di Yuna verso la scuola. I due avanzavano lungo il marciapiede, immersi in una conversazione che sembrava nata per caso, ma che portava con sé una curiosa nostalgia.

  -"Ehi, Yuna..." cominciò Akihiro, con lo sguardo perso davanti a sé. -"Tu... ti ricordi quella foto che ho trovato qualche giorno fa? Quella dove eravamo bambini..."

  Yuna sbatté le palpebre per un momento, poi si portò un dito alle labbra, riflettendo. -"Mh... la foto? No, a dire il vero non ricordo nulla nemmeno io..." rispose, sorridendo con un po’ d’imbarazzo.

  -"Strano, eh? Ma alla fine... eravamo piccoli. Avremo avuto che... sette? Otto anni?" azzardò Akihiro, alzando appena le spalle.

  -"Sette, otto..." ripeté Yuna sottovoce, portandosi una mano al mento. Poi, lentamente, il suo volto si illuminò. -"Aspetta... forse... forse qualcosa lo ricordo!"

  Akihiro la guardò incuriosito, mentre lei continuava, come se stesse sfogliando vecchie pagine della memoria.

  -"Credo che ci incontrammo per la prima volta ancora prima di quella foto. Quel giorno... sì! I nostri genitori avevano organizzato un picnic insieme!" esclamò, con gli occhi che brillavano.

  -"Davvero? Non ricordo, purtroppo..." disse Akihiro, un po’ rammaricato.

  -"Sì sì, ne sono sicura! Eravamo su una coperta rossa a quadretti, sotto un ciliegio. Abbiamo giocato tutto il giorno, e poi... la sera abbiamo fatto la doccia insieme e dormito vicini vicini!" disse con un sorrisetto malizioso.

  Akihiro arrossì di colpo. -"A-ah... davvero? Che infanzia movimentata... Peccato che la mia mente abbia rimosso tutto."

  Yuna rise piano, scuotendo la testa. -"Beh, magari ti tornerà in mente un giorno. è bello pensare che ci conosciamo da così tanto."

  Mentre si avvicinavano al cancello della scuola, una voce familiare li colpì alle spalle come una raffica di vento.

  -"Yunaaaa! Nakaharaaa!" gridò una voce squillante.

  I due si voltarono, e Akari li raggiunse correndo, sorridente come sempre, il suo zaino saltellante sulle spalle. Il sole sembrava esaltare ancora di più la vivacità dei suoi occhi.

  -"Buongiorno anche a te, Akari!" disse Yuna, mentre Akihiro alzava una mano per salutarla.

  -"Perché sei così... euforica stamattina?" chiese Yuna, incuriosita.

  -"Eh?" fece Akari, avvolgendo improvvisamente il braccio di Akihiro intorno al suo. -"Non posso essere felice di passare del tempo con voi?"

  -"Ehi ehi ehi!" protestò Akihiro, arrossendo vistosamente. -"C-che stai facendo?!"

  Yuna li osservò con un sorriso malizioso e un sopracciglio alzato. -"Ma guarda te... e da quando siete così vicini, voi due?"

  -"V-vicini?! I-io lo sto solo salutando!" esclamò Akari, staccandosi immediatamente dal braccio di Akihiro, con le guance in fiamme. Poi si aggrappò anche a Yuna, abbracciandola forte. -"Lo faccio con tutti i miei amici, ecco tutto!"

  Yuna scoppiò a ridere. -"Va bene, va bene, ho capito. Però..."

  Si staccò lentamente dall’abbraccio e, tornando seria, chiese senza mezzi termini: -"A proposito, Akari... perché non ti fai mai chiamare per cognome?"

  Quella domanda gelò per un attimo l’atmosfera. Il sorriso di Akari si spense quasi subito. I suoi occhi si abbassarono e le sue spalle si fecero rigide.

  Akihiro si voltò immediatamente verso Yuna. -"Forse è meglio se eviti quella domanda..." mormorò con tono più serio.

  -"Eh? Ma ero solo curiosa..." disse Yuna, un po’ sorpresa dalla reazione.

  Akari alzò piano lo sguardo. -"Non preoccuparti, Nakahara. Non è colpa sua. è solo che... è una questione personale. Tutto qui."

  Yuna la osservò per un attimo, poi annuì, rispettando il suo silenzio. Nessuno aggiunse altro, ma l’atmosfera rimase sospesa, come se un piccolo segreto avesse bussato alla porta senza essere invitato.

  I tre varcarono l’ingresso della scuola fianco a fianco, immersi nei loro pensieri. E mentre le voci degli altri studenti li avvolgevano, nessuno riusciva davvero a scrollarsi di dosso la sensazione che qualcosa, da quel momento, stesse lentamente cambiando.

  Entrati in classe, Akihiro, Yuna e Akari trovarono ad attenderli Aoi, Souta e Ayumi. Non appena li videro, i tre si alzarono in piedi, sorridendo e salutandoli con entusiasmo.

  -“Oh! Finalmente siete arrivati!” – esclamò Souta stiracchiandosi. –“Fa un caldo assurdo oggi, ma almeno non dobbiamo più fare quel progetto...”

  -“Già...” – annuì Ayumi, visibilmente sollevata. –“Non ce la facevo più, è stato snervante.”

  Aoi invece non disse nulla. Restò in disparte, con un mezzo sorriso malinconico sul volto. Sembrava presente ma distante, come se qualcosa le impedisse di unirsi del tutto all’allegria generale.

  Yuna si stiracchiò, alzando le braccia in alto, e sbuffò. -“Per me è stato un incubo! Quello lì non eseguiva mai i miei ordini!”

  Le sue parole provocarono una risata generale. Akihiro la guardò con un sorriso, mentre anche Ayumi e Souta ridevano.

  -“Ah, Yuna... sei sempre la stessa!” disse Souta, ancora ridendo.

  Proprio in quel momento, il professore entrò in classe, battendo due volte le mani per richiamare l’attenzione.

  -“Forza ragazzi, tutti ai posti!” ordinò con voce chiara.

  Una volta che tutti furono seduti, la lezione cominciò. Ma Ayumi sembrava non riuscire a concentrarsi. I suoi occhi erano puntati su Akihiro, che sedeva due banchi più avanti. Il suo sguardo era carico di pensieri.

  -"Non sono riuscita ad avvicinarmi a lui… nemmeno un po’."

  Il professore, intanto, fece un annuncio che riportò tutti all’attenzione:

  -“Voglio congratularmi con chi ha svolto il progetto in modo completo. Oltre alla valutazione già assegnata, riceverete un punto bonus.”

  Tra i nomi chiamati, c’erano anche quelli di Akihiro, Aoi, Souta, Ayumi, Yuna e Akari. Tutti esultarono in coro, felici di quella piccola ricompensa.

  Durante la pausa, mentre Akari si stava avvicinando con passo vivace verso Akihiro, venne anticipata da Ayumi, che gli si piazzò di fronte tutta sorridente.

  -“Ehi! Ehi! Akihirooo!”

  Akihiro si voltò, sorpreso dalla sua improvvisa energia. -“Eh? Che succede?”

  Ayumi si avvicinò ancora un po’, le mani unite dietro la schiena e un’aria vagamente timida.

  -“Ti andrebbe... di venire al cinema con me, uno di questi giorni?”

  Akihiro sgranò leggermente gli occhi. La proposta lo colse alla sprovvista, ma non sembrava infastidito. Si portò una mano al mento, riflettendo.

  -“Mh... Sì, volentieri! Inviti anche gli altri, giusto?”

  Le parole di Akihiro sembrarono colpirla. Ayumi abbassò un po’ lo sguardo e disse a bassa voce:

  -“Gli altri?... In realtà pensavo solo noi due...”

  Akihiro rimase in silenzio per qualche istante. Il cuore gli fece un piccolo sobbalzo. Un appuntamento? Con Ayumi? Non riusciva a trattenere del tutto il sorriso.

  -“Capisco... allora va bene, ci sto.” rispose, cercando di non sembrare troppo emozionato.

  Ayumi si illuminò di colpo, stringendo le mani a pugno e pensando tra sé -“Sì! Ci sono riuscita!”

  Ma proprio in quel momento, la voce squillante di Akari interruppe tutto:

  -“Anch’io non vedo l’ora di andare al cinema con voi!”

  Ayumi si voltò di scatto verso di lei, confusa. -“Eh?...”

  Akihiro guardò Akari con un'espressione a metà tra il divertito e l'imbarazzato, sapendo benissimo che quella non era esattamente l’idea iniziale.

  -“Che film andiamo a vedere?” chiese poi Akari, avvicinandosi ancora.

  Ayumi la fissò per un secondo, poi si voltò lentamente, abbassando lo sguardo. -“Non... non lo so ancora...”

  Akari tirò fuori il telefono con entusiasmo:

  This tale has been pilfered from Royal Road. If found on Amazon, kindly file a report.

  -“Aspetta, lo cerco io! E intanto mando un messaggio anche agli altri!”

  Ayumi tornò al suo posto con passo lento, sedendosi alla scrivania con un’espressione tra il rassegnato e il disperato.

  -"Addio uscita romantica... Akari..."

  Durante la pausa pranzo, il gruppo decise per una volta di andare tutti insieme alla mensa. Il profumo del cibo caldo riempiva l’aria e le voci degli studenti creavano un sottofondo vivace. Presero i loro vassoi, scelsero ciò che preferivano, e si sedettero a uno dei tavoli più vicini alla finestra.

  Akari diede un primo assaggio al curry di quel giorno, poi alzò lo sguardo con un’espressione raggiante.

  -“Wow, oggi è davvero buono! Non vi pare?”

  -“Hai ragione” confermò Souta, con la bocca ancora mezza piena.

  -“Finalmente qualcosa che sa davvero di cibo e non di cartone” aggiunse Ayumi ridendo.

  Tutti annuirono, godendosi per qualche minuto il raro momento di pace.

  Ma quel momento fu presto interrotto. Alcuni ragazzi, un po’ più grandi, si avvicinarono al tavolo con un’aria esitante. Si fermarono davanti ad Akihiro, che li guardò sorpreso.

  -“Ehm... scusa, potresti seguirci un attimo?” chiese uno di loro, guardandosi intorno nervosamente.

  Il gruppo rimase perplesso. Yuna sollevò un sopracciglio, mentre Aoi posò le bacchette.

  Akihiro si alzò lentamente. -“Va bene... torno subito.”

  Lo seguirono fuori dalla mensa, dove si guardarono attorno per accertarsi che nessuno stesse ascoltando. Poi, con un movimento teatrale, si inginocchiarono di colpo davanti a lui.

  -“Ti pregooo! Dicci come hai fatto!!”

  Akihiro fece un salto indietro, completamente spiazzato. -“Eh?! Ma di cosa state parlando?”

  -“Come hai fatto a farti amica TUTTE quelle ragazze in così poco tempo?!”

  Un altro ragazzo annuì con enfasi, gli occhi brillanti come quelli di un discepolo davanti al suo maestro.

  Akihiro si grattò dietro la nuca, imbarazzato. -“Non lo so nemmeno io... sarà stato un colpo di fortuna, suppongo.”

  -“Un colpo di fortuna?! Quello non è un colpo di fortuna, è un miracolo!” – urlò uno dei ragazzi. –“Cioè, ti stanno tutte accanto come se fossi il protagonista di un anime!”

  Akihiro sbuffò. -“Vi giuro, non c’è nessun segreto. Sono solo stato... fortunato.”

  Uno dei ragazzi si alzò, puntandogli un dito contro. -“Va bene, va bene... è stata fortuna. Ma quando decidi di presentarcele per bene, eh?”

  -“Eh? Presentarvele? Ma nemmeno per sogno! Non vi conosco neanche!”

  I ragazzi si misero le mani nei capelli, disperati. -“Ti pregooo! Solo una! Anche solo dire due parole buone su di noi!”

  -“No” rispose Akihiro, serio. –“Non so nemmeno chi siete. Come faccio a sapere se siete brave persone?”

  I ragazzi si accasciarono a terra, lamentandosi come se il mondo fosse finito. -“Daiii! Almeno parla bene di me, solo una frase!”

  -“No. E ora torno dentro, il mio curry si raffredda.”

  Cercarono di trattenerlo, ma lui li ignorò completamente, tornando alla mensa con passo tranquillo.

  Appena si sedette, Souta si sporse curioso. -“Ehi, che volevano quei tizi?”

  Akihiro alzò le spalle. -“Nulla di serio. Solo... un’informazione.”

  Aoi lo osservò per un attimo, poi commentò: -“Li vedo spesso in mensa. Cercano sempre di rimorchiare tutte.”

  A quelle parole, Yuna si alzò di scatto, battendo le mani sul tavolo. Il suo sguardo era gelido. -“Se uno di loro anche solo prova ad avvicinarsi a noi... li sistemo io personalmente.”

  Tutti scoppiarono a ridere, anche Akihiro che scuoteva la testa. -“Sei sempre la solita, Yuna.”

  Così, tra risate e curry bollente, il pranzo proseguì in allegria, con il gruppo sempre più unito... e Akihiro ancora inconsapevole di quanto fossero invidiati gli sguardi che riceveva.

  Tornati in classe, la lezione riprese con una certa calma. Il professore si alzò in piedi, sistemando alcune carte sulla cattedra, poi alzò lo sguardo verso Akihiro. -“Nakahara, vieni un attimo alla lavagna per favore.”

  Gli studenti si scambiarono sguardi confusi. Alcuni iniziarono a mormorare, chiedendosi il motivo per cui fosse stato chiamato proprio lui.

  Akihiro si alzò, camminando verso la cattedra con passo incerto. Mentre attraversava l’aula, lanciò uno sguardo verso la porta... e lì, proprio attraverso il vetro, vide di nuovo quei tre ragazzi del pranzo. In piedi, a spiarlo come se stessero tramando qualcosa.

  -“Ancora loro... ma che diavolo vogliono adesso?” pensò, sospirando dentro di sé.

  Il professore, ignaro di tutto, lo osservava con le braccia incrociate. -“Allora, Nakahara. Com'è stato per te questo progetto?”

  Akihiro si voltò verso di lui, cercando di scrollarsi di dosso il fastidio. -“è stata una bella idea, ma penso che alcune sfide dovrebbero essere... riviste.”

  Il professore accennò un sorriso e annuì. -“Capisco. Va bene, puoi tornare al tuo posto.”

  Appena Akihiro si girò per tornare al banco, un boato improvviso esplose da fuori la classe.

  BAM!

  Tutti si voltarono di scatto. I tre ragazzi erano crollati uno sopra l’altro come birilli appena abbattuti, proprio davanti alla porta. La classe esplose in una fragorosa risata, mentre il professore, furibondo, uscì bruscamente dalla classe per andare a sgridarli.

  Aoi, che aveva seguito la scena con le sopracciglia aggrottate, si avvicinò un po’ ad Akihiro mentre lui tornava al suo posto. -“Ancora loro? Ma cosa vogliono da te?”

  Akihiro sospirò, esasperato. -“Senti, Aoi... è una cosa un po’ delicata. Ma quei tre... non mi piacciono affatto.”

  Aoi si mostrò sorpresa. -“Eh? Perché? Cosa ti hanno fatto?”

  Akihiro si passò una mano tra i capelli, incerto se dirlo o meno, poi si lasciò andare. -“Mi hanno fermato in mensa. Si sono pure inginocchiati... volevano sapere come faccio ad avere tutte queste amiche e... mi hanno chiesto di parlare bene di loro. Per provare a... provarci con voi.”

  Aoi spalancò leggermente gli occhi, poi abbassò lo sguardo. -“Ah... capisco. E tu? Cosa hai risposto?”

  Akihiro si mise una mano sul petto, serio. -“Ma ovviamente ho detto di no! Soprattutto... verso la ragazza che a–”

  Si bloccò di colpo. Scosse la testa nervosamente, sperando che Aoi non avesse notato. -“La ragazza che a...?” chiese lei, incuriosita.

  -“L-la ragazza che ammiro, ovvio!” Disse Akihiro andando nel panico più totale.

  Aoi lo fissò, un lieve rossore già sulle guance. -“E chi sarebbe questa ragazza che ammiri?”

  Akihiro deglutì, sentendo il cuore battere più veloce. -“N-non è ovvio?”

  -“No, devi essere più chiaro.”

  Akihiro chiuse per un secondo gli occhi, cercando il coraggio. Poi la guardò negli occhi. -“S-sei tu, Aoi. Mi sembra ovvio. Sei sempre così perfetta...”

  Le parole gli uscirono in un soffio. Il rossore gli coprì le guance, e la voce gli tremava leggermente.

  Aoi rimase immobile per qualche secondo, poi si coprì il volto con le mani, imbarazzata. -“C-cosa... a-ammiri m-me?” balbettò, completamente arrossita.

  Akihiro prese un lungo respiro, cercando di restare calmo. -“C-certo! Prendi sempre ottimi voti, sei gentile con tutti... chi non ti ammirerebbe?”

  Aoi abbassò le mani lentamente, mostrando un sorriso dolce e genuino. -“G-grazie, Nakahara-kun... Ma anche tu non sei da meno.”

  -“I-io?” fece lui, sorpreso.

  -“Sì... Ti sei trasferito da poco e ti sei integrato subito. Io… sono felice di averti conosciuto.”

  Il sorriso che gli rivolse in quel momento era così luminoso che per un attimo Akihiro si dimenticò di tutto il resto. La confusione, i ragazzi impiccioni, perfino il batticuore.

  -“Già... ma è solo grazie a te. E agli altri, ovviamente. Quindi... grazie, Aoi.”

  Ma proprio mentre stava per aggiungere altro, il professore rientrò in aula con passo deciso, sistemando gli occhiali con un gesto secco.

  -“Basta perdite di tempo. Riprendiamo la lezione!”

  Akihiro si sedette con un’espressione contrariata. Aveva finalmente avuto una conversazione vera con Aoi. E proprio quando stava andando tutto per il meglio... era finita.

  Le lezioni erano finite e i ragazzi si salutarono come ogni giorno, tornando lentamente a casa.

  Akihiro si lasciò cadere sul letto, con lo sguardo rivolto al soffitto. Nella sua mente scorrevano come fotogrammi i momenti passati con Ayumi, Aoi e Akari. Il cuore gli batteva forte per tutte e tre, ma dentro di sé lo sapeva: era Aoi quella che amava di più.

  Un lieve bussare alla porta lo distrasse. Poi la porta si aprì, e comparvero Hana... e Yuna.

  Akihiro si alzò di scatto. -" Yuna? Che ci fai qui?"

  Hana gli corse incontro, ma Yuna la fermò con voce seria.

  -"Hana, potresti andare nella tua stanza? Devo parlare di cose importanti con il tuo fratellone..."

  -"Ehh? Perché? Voglio sentire anch’io!" protestò la bambina con un broncio.

  Akihiro le accarezzò la testa. -"Dai Hana, ascolta la sorellona."

  -"Hmph... va bene!" sbuffò, uscendo dalla stanza a passi pesanti.

  Yuna si avvicinò. -"Akihiro... penso di averlo capito."

  -"Capito cosa?" Disse Akihiro confuso.

  -"Che ti piace Aoi, giusto?"

  Akihiro si irrigidì. -"C-cosa? Ma che dici..."

  -“Come ha fatto a capirlo?”, pensò in panico.

  -"Ricordi quando stamattina abbiamo parlato della foto? Ti ho parlato di Aoi anche se non c’entrava nulla, e tu... non mi hai chiesto nemmeno perché l’avessi nominata. è stato allora che ne ho avuto la conferma" disse Yuna con un sorrisetto.

  Akihiro abbassò le spalle, sconfitto. -"Va bene... hai ragione. Mi piace Aoi. Vorrei provarci con lei, ma... mi sembra che non voglia."

  Yuna si alzò e sollevò un pugno verso l’alto, con un’espressione combattiva. -"Ed è proprio per questo che sono qui! Ti aiuterò ad avvicinarti ad Aoi!"

  -" C-cosa!? Non c’è bisogno, davvero..."

  -"Altroché! Ti sei già dimenticato quella volta!?"

  -"Di quale volta stai parlando?"

  -"Quando ti sei confessato a quella ragazza alle medie. Non me lo dimenticherò mai. Lei ti ferì profondamente, e da allora hai iniziato ad avere difficoltà a parlare con le ragazze..."

  Akihiro abbassò lo sguardo. Il suo volto si fece triste. -"Non dovevi ricordarmelo, Yuna..."

  -"Scusa, ma non voglio che accada di nuovo!"

  -"Ma accadrà comunque" sussurrò lui, mentre le prime lacrime gli rigavano il viso.

  -"No! No! E no! Non succederà! Non questa volta! Stavolta... ci sarò io. Tu hai fatto tanto per me, ed è ora che io ricambi!"

  Akihiro tremava leggermente, incapace di rispondere.

  -"è grazie a te se oggi sono fidanzata. Ricordi? Sei diventato amico del mio ragazzo solo per parlargli bene di me. Ora tocca a me: non voglio più vederti soffrire. Hai capito?"

  Anche a Yuna iniziarono a scendere delle lacrime. -"Tu hai già sofferto abbastanza nella vita... lo so bene cosa ti è successo alle medie. Ho sempre voluto picchiare quei ragazzi, ma ero troppo debole... per questo mi sono allenata. Non volevo più vederti così."

  -"Yuna... davvero, non c’è bisogno... io sto bene così..."

  Ma lei lo abbracciò forte. -"Ora però vedo che hai tanti amici. E questo mi rende felice."

  Akihiro, stringendola a sua volta, sussurrò:

  -"Grazie, Yuna... ti voglio bene."

  -"Anche io, Akihiro. Sempre."

  Yuna si staccò lentamente dall’abbraccio, asciugandosi una lacrima con il dorso della mano. Poi si portò le mani sui fianchi con un sorrisetto determinato. -"Ah, stasera dormo qui."

  Akihiro la guardò sorpreso. -"Eh? Dovevi avvisarmi prima! Non ho ancora preparato il futon!"

  -"Va bene, va bene..." rispose lei con tono scherzoso, voltandosi verso la porta. -"Tu preparalo pure, fratellone."

  Akihiro iniziò a tirar fuori il futon dall’armadio, borbottando. -"Aspetta un attimo! E ora dove vai? Vieni ad aiutarmi!"

  -"Non ci penso proprio!" rispose Yuna con una risatina mentre usciva dalla stanza.

  -"Mi devi dare una mano!" insistette Akihiro, ormai alle prese con il materasso piegato malamente.

  -"Allora mi lavo prima io!" replicò lei, e con quella frase sparì nel corridoio.

  Akihiro rimase solo, sospirando mentre sistemava il futon da solo. -"Perché deve sempre fare di testa sua..."

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