Specie o Interspecie?
Leonardo aggrottò le sopracciglia. “Cosa significa?” chiese.
“Chiedilo alla schermata,” suggerì Gelsomina. “è sicuramente più preparata di me sull’argomento.”
Leonardo, ora Aster, si rivolse alla schermata. Subito questa si divise in tre sezioni:
- Nella schermata centrale, rimaneva scritto: Specie o Interspecie:
- Nella schermata di sinistra: Specie Adeva o Specie Adith?
- Nella schermata di destra: Interspecie Adevaith o Interspecie Aditheva?
Confuso, Aster chiese ulteriori spiegazioni. Altre quattro schermate si aprirono, ciascuna collegata a una delle due specie o interspecie. La prima schermata spiegava:
Adeva: Razze disponibili: Elfo, Umano, Nano, o Incrocio Adeva.
Appena vide “Elfo,” Aster smise di leggere le altre opzioni e scelse senza esitazione la Specie Adeva.
La schermata successiva lo portò alla scelta della razza. Naturalmente, optò per la razza elfica.
Diploma:
Una nuova lista comparve:
- Arti delle Armi
- Arti della Natura
- Arti Divine
- Arti Magiche
- Arti Marziali
- Belle Arti
Aster rifletté per un momento. Essendo il suo obiettivo godersi una vacanza, scelse ciò che pensava potesse essergli più utile: Arti Magiche.
Gelsomina si congratulò con lui, ma aggiunse: “L’eroe elfo Aster, invece, era diplomato in Arti della Natura.”
Sentendo questo, Aster ci ripensò. “Posso cambiare la mia scelta?” chiese alla schermata.
La schermata tornò indietro, permettendogli di modificare la sua decisione. Questa volta, Aster optò per il Diploma in Arti della Natura.
“Ottima scelta!” esclamò Gelsomina. “Ora manca solo l’ultima cosa prima di portarti su Encrypted, il mondo di Source Code.”
Aster annuì e guardò l’ultima schermata. Sopra c’era scritto:
Laurea: ...
Aster lesse le lauree una ad una. Avevano tutte a che fare con la natura: Conservatore di Specie Rare, Chiamatore di Bestie, Architetto Ecosistemico, e molte altre, fino a un totale di dodici. Sembravano specializzazioni del diploma, e Aster si prese un momento per valutarle con attenzione.
Si soffermò particolarmente su quelle che, secondo lui, avrebbero potuto rivelarsi utili in una vacanza. Dopo aver riflettuto a lungo e chiesto dettagli a ciascuna schermata informativa che si apriva e si richiudeva davanti a lui, il nome di una laurea gli sembrò particolarmente affascinante: Guardiano Botanico dei Boschi. Sembrava una scelta perfetta per qualcuno che voleva esplorare e godersi un mondo incantato senza troppi pensieri.
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Gelsomina osservò curiosa mentre Aster si decideva. “Beh?” chiese con un sorriso divertito. “Hai fatto la tua scelta?”
“Lo farò adesso,” rispose Aster, e rivolgendosi alla schermata disse con decisione: “Guardiano Botanico dei Boschi.”
Non appena pronunciò quelle parole, la schermata floreale si illuminò, avvolgendolo in una luce calda e pulsante. In pochi istanti, Aster sentì una leggera pressione alle orecchie e, guardandosi riflesso nella schermata che ora fungeva da specchio, notò il cambiamento: le sue orecchie erano diventate lunghe e appuntite, caratteristiche tipiche di un elfo.
“Beh, ecco qua. Ora sono un elfo,” disse con un tono che oscillava tra l’ironia e il fascino per la trasformazione. “Anche se... sono praticamente identico a prima, a parte queste orecchie.”
Gelsomina ridacchiò. “Stanno benissimo su di te. Ti rendono ancora più... elfico!” Poi, con una piroetta, tornò a fluttuare sopra il suo fiore. “Ora però non possiamo perdere altro tempo! Sei pronto per partire per Encrypted?”
Aster fece un respiro profondo, cercando di prepararsi a ciò che lo attendeva. “Sì, sono pronto.”
“Allora si parte!” esclamò Gelsomina con entusiasmo, saltando agilmente sul capo di Aster come suo personale punto d’osservazione. “Dai, pigia Log In sulla schermata!” aggiunse, impaziente di iniziare.
Aster fissò la schermata davanti a sé, poi si accigliò. “Non vedo scritto Log In.”
Gelsomina sbatté le palpebre, sorpresa. “Come sarebbe a dire che non lo vedi? Aspetta...” Guardò anche lei la schermata, ma non trovò da nessuna parte la scritta Log In. Dopo qualche secondo di silenzio, incrociò le braccia e sbuffò. “Ugh, che noia! Dì alla schermata di risolvere.”
Aster esitò un attimo, poi, senza troppa convinzione, disse alla schermata: “Ehm... risolvi?”
Subito, le altre finestre sparirono e al loro posto ne comparve una nuova, più grande e luminescente, con al centro la scritta Log In, ben visibile.
Gelsomina si batté una mano sulla fronte. “Certe volte credo che Source Code si diverta a prenderci in giro...” Poi tornò a sorridere. “Ma non importa! Adesso pigia Log In e iniziamo sul serio!”
Aster annuì e, senza più esitazioni, allungò la mano verso la scritta. Non appena il suo dito la sfiorò, tutto intorno a loro, la distesa bianca cominciò a trasformarsi. Una cascata di numeri, simboli e linee di codice si animò, danzando nell’aria come una pioggia di luci colorate. Il mondo sembrava smaterializzarsi, dissolvendosi in una spirale di dati che si ricomponeva in qualcosa di nuovo.
In pochi istanti, Aster si ritrovò nel bel mezzo di una città che sembrava uscita da una fiaba. Gli edifici erano un mix di eleganza elfica e robustezza nanica: torri slanciate fatte di cristallo e legno vivevano accanto a solide strutture di pietra incise con rune luminose. Alberi maestosi crescevano direttamente attraverso alcune case, intrecciandosi con ponti sospesi e balconi.
Le strade erano animate da persone di ogni razza immaginabile: elfi, nani, umani, creature con corna o ali, e persino figure metà animali, metà umane. I negozi erano altrettanto vari: bancarelle che vendevano pozioni luminose, botteghe di armi scintillanti e librerie polverose traboccanti di tomi antichi.
Aster rimase senza parole, i suoi occhi si spalancarono per l’incredulità mentre osservava il mondo vibrante attorno a lui. “Wow...” sussurrò, incapace di trattenere lo stupore.
Aster era rapito dal paesaggio, così tanto che non rispose subito al benvenuto di Gelsomina su Encrypted. Ammirava ogni dettaglio della città: le vetrine dei negozi scintillavano sotto la luce dei due soli, le persone di ogni razza chiacchieravano animate lungo le strade, e persino l'aria sembrava profumare di magia. Solo quando Gelsomina gli parlò di nuovo, con un tono ironico e scherzoso, tornò alla realtà.
“Ehi, ti sei disconnesso o cosa?” chiese la fatina, volando davanti al suo viso.
“Scusa,” rispose Aster con un sorriso, ancora incantato. “è tutto così... bellissimo.” Poi alzò lo sguardo verso il cielo e notò i due soli che si intrecciavano come in una danza. “Anche il cielo è meraviglioso.”
Mentre osservava i soli, una figura oscurò la sua vista: Gelsomina era volata giù dalla sua testa, seduta sul suo fiore fluttuante. Ma qualcosa era cambiato. Lei e il fiore non erano più metallici, né sembravano creature artificiali. Ora erano vivi.
Gelsomina aveva lunghi capelli viola, modellati come petali di fiore, che ondeggiavano dolcemente. La sua pelle era di un verde chiaro, luminoso, e le ali trasparenti brillavano come vetro rifrangendo la luce. Il fiore su cui era seduta non aveva più un aspetto robotico, ma era un girasole vivo, dai petali dorati e un delicato profumo che Aster riuscì a percepire persino a distanza.
Aster rimase a bocca aperta per la sorpresa. “Wow, sei... sei molto più carina così!”