Luana. Luana. Si chiama Luana. L'ho ripetuto non so quante volte nella mia testa sulla strada di ritorno verso casa che ormai sembra un mantra. Il negozio non è lontano da casa mia, cinque minuti di camminata. Luana, Luana, ok basta.
Quando l'ho vista per la prima volta, mi sono dimenticato di quello che avrei dovuto comprare e ancora non me lo ricordo, perché ora c'è solo Luana, Luana e Luana.
Dai, ora concentriamoci, mi serviva... mi serviva... Occhi ambra. Pelle olivastra. Capelli lunghi, ricchi, castano scuri con qualche ciocca di viola. Labbra carnose. Stava leggendo un libro e io l'ho disturbata. Luana… che bel nome.
Credo che ora basti. Su cervello collabora con me, non posso perdere di mente il mio vero obiettivo. Non ho bisogno di distrazioni. Ecco, sono arrivato nella mia villetta a due piani vicino il passaggio a livello, piccola ma comoda. Ora che sono entrato vedo la stampante e il pc sulla scrivania, sotto la finestra a destra dell’entrata. Mi servivano i fogli per la stampa, un paio di penne e delle forbici. Luana, Luana… Dannazione, di nuovo mi torna in mente. Basta, mi metto al pc e scrivo il mio piano e contatto di nuovo Vincent per definire dei dettagli. Ora lo chiamo.
Allora: il posto c'è. I mezzi per ritirare la sabbia li ha trovati Salvatore. Antonio conosce qualcuno che la potrebbe trasportare al porto di...
Aspetta. Sono le 18:48, chiudo e vado da Luana.
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è già buio, e fuori non c'è più nessuno. Mi avvicino all'entrata della cartolibreria e vedo Luana dietro al bancone, concentrata a scrivere qualcosa sul suo pc. Accanto a lei c’è una tazza di tè fumeggiante. Luana neanche se n’è accorta della mia presenza. Mi avvicino, ma inciampo di nuovo in quella maledetta scatola.
"Ehi ciao! John allora come va?" Luana si gira, mi guarda e sorride.
"Ciao. Bene, sì, alla fine avevo dimenticato una cosa a casa. Tu come va?"
"Sai, non è cambiato molto dall'ultima, e unica, volta che ci siamo visti. è abbastanza tranquillo qui." è annoiata.
"Mi servivano dei fogli per la stampante, due penne nere e delle forbici" anzi no, devo avere una scusa per tornare. "No, aspetta, solo fogli e penne, grazie Luana."
"Certo!" Esce da dietro il bancone e dietro di me va a prendere un pacco di fogli, li mette sul bancone insieme a due penne nere. "Sono tre euro. Le penne sono un omaggio come primo acquisto" Mi risponde con un sorriso gentile. Oh, le piaccio.
"Grazie, Luana".
"Sai John, sono una persona curiosa e vorrei farti una marea di domande. Però capisco che è inopportuno soprattutto perché siamo degli sconosciuti, e perciò, magari, se ti facessi solo un paio di domande ti offenderesti?" Mi guarda con molta attenzione, in attesa di una risposta.
Anch’io vorrei parlare con lei di più. Ma è tardi e non so se è sicuro per lei tornare a casa da sola.
"Certo, puoi chiedermi tutto quello che vuoi Ma non voglio trattenerti, è già buio fuori e tu devi chiudere il negozio. Se vuoi, possiamo parlare domani."
"Domani? Ehm... Ok. "
Perfetto, ora ho un'altra scusa per tornare.
"Bene, grazie mille Luana, ci vediamo domani. Buonanotte."
"Grazie a te e buona notte John."
Esco fuori e torno a casa più contento di quanto avessi pensato. Forse qualcosa di buono potrebbe anche uscire da tutta questa storia.