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Capitolo 4: Laura

  Sua madre sospirò, con quel tono che mischiava rimprovero e affetto. “Sono le dieci di sera, lo sai? Devi mangiare qualcosa.”

  Aster guardò lo schermo del telefono e si rese conto che aveva davvero ragione. “Va bene, mamma,” disse, tornando alla conversazione. “Vado subito a preparare qualcosa, te lo prometto.”

  Dopo aver concluso la chiamata, Leonardo si alzò dal letto e si preparò una cena veloce, mangiando in silenzio mentre i pensieri turbinavano nella sua mente. Non riusciva a togliersi dalla testa le lacrime di Gelsomina e il ghigno crudele dell’orco.

  Più tardi, sdraiato nel letto, prese in mano uno dei suoi romanzi fantasy preferiti. Ma per quanto cercasse di immergersi nella storia, le parole sembravano scivolargli davanti agli occhi senza imprimersi nella mente. Continuava a pensare a Gelsomina, a come l’orco l’avesse strappata via da lui, e al modo in cui lei si era fidata di lui, solo per essere tradita dalla sua incapacità di proteggerla.

  Stringendo il libro tra le mani, Leonardo prese una decisione. “Troverò un modo per salvarla. Devo farlo. è la mia storia, e non finirà così.”

  La mattina seguente, Leonardo si alzò con un unico pensiero fisso nella mente: trovare un modo per salvare Gelsomina. Era venerdì, e come ogni venerdì si preparò per andare al lavoro in biblioteca. Tuttavia, quella mattina era diversa. Solitamente, il suo primo pensiero era quanto sarebbe stata lunga e noiosa la giornata, ma stavolta non riusciva a pensare ad altro che alla sua missione.

  Arrivato in biblioteca, Leonardo si immerse nelle sue mansioni, ma ogni volta che aveva un momento libero, si sedeva al computer e cercava su internet guide e tutorial su Source Code per principianti. Nonostante il suo entusiasmo, si rese presto conto che anche le guide più semplici sembravano scritte in una lingua sconosciuta. Non era mai stato un appassionato di videogiochi e, a parte qualche app sullo smartphone, non aveva alcuna esperienza con mondi virtuali o meccaniche di gioco avanzate.

  “Non ci capisco niente...” pensò, ma non si lasciò scoraggiare. Continuò a leggere guide su guide, anche se le parole sembravano un intreccio incomprensibile di codici e regole. Nonostante la difficoltà, il desiderio di salvare Gelsomina lo spingeva avanti.

  Nel pomeriggio, mentre era intento a sistemare libri tra gli scaffali, vide entrare la studentessa che gli aveva regalato la sua copia di Source Code. I suoi occhi si illuminarono di speranza. Forse lei poteva aiutarlo.

  “Ciao, Laura,” la salutò con un sorriso.

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  Laura, una giovane universitaria con capelli castani raccolti in una coda e un’aria sempre cordiale, lo salutò a sua volta, sorpresa che Leonardo si fosse rivolto a lei. Non era una cosa che capitava spesso.

  “Ciao, Leonardo! Tutto bene?” chiese, appoggiando un paio di libri sul bancone.

  “Bene, sì... ma volevo chiederti una cosa. Ti andrebbe di parlare un momento in privato?”

  Laura lo osservò incuriosita, ma acconsentì. “Certo, andiamo tra gli scaffali.”

  Una volta al riparo da occhi e orecchie indiscrete, Leonardo non perse tempo e le raccontò tutto: della sua esperienza su Encrypted, dell’Uovo della Guida che si era schiuso in una ninfa, e di come un orco l’avesse rapita.

  Laura lo ascoltò con attenzione, senza mostrare alcun segno di sorpresa quando Aster le parlò della ninfa. Questo dettaglio colpì Aster, che trovò strano il suo atteggiamento così tranquillo. Ma con tutta la preoccupazione che aveva in testa, non si soffermò più di tanto a pensarci.

  “Non ti sorprende che il mio Uovo della Guida si sia schiuso in una ninfa?” le chiese comunque, per curiosità.

  Laura sorrise. “Diciamo che ne ho già sentito parlare. è raro, ma non impossibile. Sei fortunato, sai? Una ninfa non è una Guida dell’Uovo qualsiasi.”

  “Non tanto fortunato, direi...” mormorò Leonardo. “L’ho persa.”

  Laura rifletté per qualche istante, poi gli disse: “Mi piacerebbe aiutarti personalmente, ma sono in missione con il mio clan. Però c’è qualcuno che potrebbe darti una mano.”

  “Chi?” chiese Leonardo, ansioso.

  “Un mio amico, si chiama Valantz. è un giocatore esperto e molto in gamba. Se gli dici che ti mando io, ti aiuterà sicuramente.”

  “Davvero? Grazie, Laura! Ti devo un favore enorme,” disse Leonardo con gratitudine.

  Laura sorrise, contenta della sua reazione. “Non c’è di che, Leonardo. In bocca al lupo per il tuo salvataggio, e salutami Valantz.”

  Tornato a casa, Leonardo attese con impazienza lo scadere del Tempo alla rinascita. Cercò di distrarsi leggendo un romanzo, ma ancora una volta le parole sulle pagine sembravano vuote. I suoi pensieri erano fissi su Source Code e su Gelsomina. Continuava a immaginare il sorriso giocoso della piccola ninfa e il suo aspetto radioso mentre volava sul suo fiore.

  Guardò l’orologio, contando i minuti. “Non vedo l’ora di tornare. Aspettami, Gelsomina. Ti troverò, ovunque tu sia.”

  Quando Aster riaprì gli occhi, si trovò ancora immerso nel buio che lo aveva accolto al momento della sua morte virtuale. Davanti a lui brillava la familiare schermata floreale con una scritta che indicava: Tempo alla rinascita: 00:03:24

  Sospirò con impazienza. “Ancora tre minuti...” mormorò, mentre il desiderio di tornare in gioco lo rendeva irrequieto. Non riuscendo a stare fermo, si mise a esplorare quell’oscurità senza fine, camminando in tutte le direzioni. Ma, proprio come la prima volta, non trovò nulla. Solo quel silenzio opprimente e un vuoto che sembrava non avere confini.

  “Non importa quanto corra...” pensò tra sé. “è come cercare di trovare il bordo di un sogno.”

  Quando finalmente il conto alla rovescia giunse a termine, il buio cominciò a mutare. Le ombre che lo circondavano si frantumarono come vetro, e al loro posto una luce candida si espanse, avvolgendolo completamente. La schermata floreale cambiò, sostituendo il Tempo alla rinascita con una nuova scritta: Log In.

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