Nyxial sbuffò, stiracchiandosi con lentezza esasperante. Poi, con un ultimo sbadiglio, fu avvolto da una sfera luminosa nera, che sembrava pulsare come un cuore. La sfera crebbe di dimensioni, fino a diventare alta quasi due metri. Quando la sfera si schiuse come un uovo, ciò che ne emerse lasciò Aster senza parole.
Nyxial era ora un maestoso pegaso nero. Le sue ali, immense e imponenti, erano nere come la notte, ma le estremità brillavano di una luce cremisi, come se fossero immerse in un tramonto perenne. La criniera e la coda ondeggiavano come fiamme d’ombra, dense e quasi liquide, mentre i suoi occhi, ancora rossi, emanavano una saggezza antica. Sul petto portava una piccola placca d’oro con inciso un simbolo misterioso.
Con un movimento elegante, Nyxial piegò le possenti ali, chinò il capo verso Aster e disse con voce profonda ma amichevole: "Sali, elfo dal buon gusto. Troveremo la tua guida."
Gli occhi di Aster si spalancarono, mentre il respiro gli si mozzava in gola. Il maestoso pegaso, con il suo manto scuro come la notte e le ali scintillanti di bagliori cremisi, sembrava una visione uscita da un sogno. Persino il modo in cui la criniera si muoveva, come fiamme nere danzanti nel vento, sembrava sfidare ogni legge naturale. Aster si passò una mano tra i capelli, quasi a cercare di assicurarsi che non fosse vittima di un’illusione.
Prima che potesse saltare in groppa, sentì un mormorio crescente attorno a sé. Una folla si era radunata davanti al centro massaggi, i volti increduli e affascinati. Un giovane, con in mano una fiaschetta, indicò Valantz e disse: "Ma quello è Valantz, il Sommelier di Sangue!"
Un altro rispose, la voce intrisa di reverenza: "E quella è la sua Guida dell’Uovo, Nyxial delle Ombre Ardenti!"
Le parole fecero vibrare l’aria di un rispetto misto a timore. Aster sentì gli occhi di tutti addosso, proprio come quella volta in compagnia di Gelsomina. Nonostante il disagio, fece un respiro profondo e saltò con agilità in groppa a Nyxial.
Una volta sistemato dietro Valantz, che sedeva con la disinvoltura di chi aveva fatto quel gesto migliaia di volte, Aster vide Valantz afferrare la criniera del pegaso. In quel momento, la criniera stessa cominciò a cambiare. Le fiamme nere si intrecciarono, formando linee sinuose che si solidificarono in redini fatte di pura ombra e fuoco, pulsanti come un cuore vivente. La loro energia sembrava irradiare potere, tanto che persino Aster, senza toccarle, ne percepiva il calore.
"Ti conviene tenerti forte," disse Valantz con un sorriso, gettando un’occhiata di sfida al giovane elfo.
Aster, ancora affascinato dalle redini e dall’aura di Nyxial, chiese titubante: "Perché? Va così forte?"
Valantz rise brevemente, una risata sicura e piena di esperienza. "Dammi retta," rispose, stringendo le redini. "Se non ti tieni, cadrai giù."
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Aster, non avendo alcuna intenzione di mettersi alla prova, si strinse a Valantz, avvolgendo le braccia attorno alla sua vita. Con gli occhi di tutti ancora puntati su di loro, Nyxial sbatté le enormi ali.
Quando Nyxial diede il primo possente colpo d’ali, una pioggia di fiamme e oscurità si sprigionò intorno a lui. Le persone radunate furono costrette a indietreggiare, alcune schermandosi il volto con le mani per il calore improvviso, altre mormorando parole di meraviglia. Aster, invece, sentì un’ondata di calore così intensa che quasi gli tolse il respiro, come se fosse vicino a un incendio.
Con un altro potente battito d’ali, Nyxial si sollevò da terra e decollò, lasciando dietro di sé una scia luminosa di ombre e scintille cremisi. In pochi istanti erano in cielo, la folla ormai ridotta a piccoli puntini sotto di loro. L’aria fresca gli sferzava il viso, ma mentre Aster cercava di godersi il panorama mozzafiato, accadde l’imprevisto.
Un urlo squarciò il vento. "AAAAAAAAAHHHH!"
Valantz e Nyxial si voltarono di scatto, vedendo Aster precipitare verso il suolo, il viso stravolto dalla paura e i capelli mossi dal vento impetuoso.
Nyxial non attese nemmeno un ordine. Con prontezza, piegò le ali e si lanciò in picchiata. Il vento sibilava sempre più forte mentre il pegaso accelerava, le sue ali sembravano fendenti di pura energia, fendendo l’aria con una precisione letale.
Valantz, con una mano salda sulle redini, si sporse, tendendo l’altra verso Aster. Il cuore dell’elfo batteva all’impazzata mentre si avvicinava rapidamente al terreno. Ma, proprio un istante prima che fosse troppo tardi, Valantz lo afferrò con forza per il braccio, tirandolo su con un movimento fluido e deciso.
Una volta riportato dietro di sé, Valantz lo fissò con un misto di preoccupazione e rimprovero. "Te l’avevo detto di tenerti forte," disse, scuotendo la testa.
Aster, pallido come un lenzuolo, si strinse a Valantz con tutta la forza che aveva. "Ok, messaggio ricevuto." balbettò, ancora tremante.
Per stemperare la tensione, Aster fece un profondo respiro e, con un sorriso forzato, disse a Nyxial: "Complimenti per la velocità. Davvero impressionante."
Nyxial girò appena il capo, lanciando uno sguardo da sopra la spalla. "Grazie," disse con tono regale, ma un lieve bagliore negli occhi tradì un accenno di felicità per il complimento.
Con un elegante battito d’ali, Nyxial tornò a librarsi con grazia, il suo corpo avvolto da un’aura di maestà e potenza. In pochi secondi, accelerò ancora, scomparendo all’orizzonte come un’ombra tra i due soli.
Mentre volavano, Aster, con le braccia ancora strette attorno alla vita di Valantz per sicurezza, domandò: "Quanto manca ancora per la fine di questa scia?" I suoi occhi scrutavano il cielo davanti a loro, ma per lui era solo vuoto. La scia di note che partiva dal Corno di Yvrathis era a lui invisibile, e dover dipendere completamente da Valantz non lo metteva a suo agio.
Valantz, con lo sguardo fisso sull'orizzonte, rispose con calma: "La fine non si vede ancora, Aster. Abbi pazienza. Quell'orco potrebbe trovarsi ovunque, e non possiamo sapere quanto ancora ci vorrà."
Aster sospirò, abbassando leggermente la testa. "Va bene..." mormorò, ma il tono della sua voce tradiva un malumore crescente. Non era un'esplosione di rabbia o di sconforto, ma quel tipo di silenziosa frustrazione che si accumula, il peso dell'incertezza che si insinua come una nebbia. Gelsomina, la sua Guida dell’Uovo, era nelle mani di un orco, e lui si sentiva impotente, trascinato dagli eventi senza poter fare nulla. Il cielo infinito attorno a loro sembrava riflettere la distanza tra lui e una qualsiasi speranza concreta.